Futsal/F, Debora Stante: “La Coppa, l’infortunio, la Paolo VI. Vi racconto tutto…”

Futsal/F, Debora Stante: “La Coppa, l’infortunio, la Paolo VI. Vi racconto tutto…”

Condividi la notizia

Gli inizi, la crescita professionale, la Coppa Italia, l’infortunio, la panchina dell’Atletico Paolo Sesto, il movimento femminile, ed il rapporto con i genitori. Debora Stante, volto noto del calcio a 5 tarantino e vice capitano dell’Atletico Città di Taranto, si racconta a Studio 100, tra presente futuro.

“Perché il calcio? Bella domanda – esordisce l’ex Taranto, Lecce e Vis Francavilla -, mio padre è sempre stato nel mondo del calcio. Io ero spesso con lui e piano piano quel pallone mi è entrato nel sangue. E poi ci sono quelle cose innate, che non ti spieghi. Io il calcio lo sentivo dentro, sin da piccola, ero attratta a tal punto da indossare il completo e scappare via sotto casa per giocare, anche con i maschietti. Col tempo è diventata la mia vita.La coppa? È stata un’emozione unica, un momento fantastico. È figlia del lavoro, del sacrificio di un gruppo fatto di ragazze vere, unito in ogni aspetto che ha scelto di navigare nella stessa direzione mettendo al centro un obiettivo che raggiungere è stato qualcosa di meraviglioso. Abbiamo dato il massimo ed ora vogliamo continuare. L’infortunio? Non ci voleva, sono già dieci giorni che mi costringe a stare lontana dai campi ed è una sofferenza unica. Non credevo si trattasse di una cosa così seria, e invece purtroppo il dolore si fa sentire ancora. Mi manca il campo ma la cosa che mi manca più in assoluto è lo spogliatoio, scherzare con le mie compagne, vivere la quotidianità. Ovvio che non sono sparita (ride, ndr), le seguo, le vado a trovare, guardo gli allenamenti quando possibile, Vito Liotino mi assilla tutti i giorni perché mi aspetta ma solo che vive di sport come me può capire cosa significhi vivere senza il rapporto continuo con le proprie compagne. Lo spogliatoio è sacro, ma non è una cosa che si può spiegare a chi non lo ha mai vissuto”.

Debora Stante poi volge lo sguardo all’Atletico Paolo Sesto, realtà che la vede impegnata sulla panchina delle pink, con le quali sta lavorando, sviluppando qualitativamente il prodotto legato al calcio femminile ed avvicinando al calcio un numero sempre crescente di ragazze.

“L’Atletico Paolo Sesto è casa. Il progetto cresce e di questo devo ringraziare Mimmo Ricatti, che mi ha dato le chiavi della nostra realtà e mi consente di essere autonoma nelle scelte e nelle decisioni. Mi sento allenatrice ma anche educatrice, le nostre ragazze sono splendide, meritano di fare strada e di arrivare in alto, ma ciò che mi gratifica di più è il rapporto umano, il semplice messaggino, che in questo momento mi mandano per sincerarsi delle mie condizioni. Abbiamo un legame, una sorellanza, un filo che le porta ad essere come delle figlie e questo va al di là del calcio, ma appartiene al bello della vita. Posso solo ringraziare loro e lo loro famiglie, le loro mamme ed i loro papà che ripongono in me una fiducia totale e questo mi inorgoglisce come tecnico ma anche come donna”.

Condividi la notizia

Dario Gallitelli
sport@studio100.it


My Agile Privacy

Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. 

Puoi accettare, rifiutare o personalizzare i cookie premendo i pulsanti desiderati. 

Chiudendo questa informativa continuerai senza accettare.